Quando l’Art Brut diventa esercizio mentale

Care amiche,

Oggi vi parlo di esercizi mentali ispirati all’arte e dall’arte. Da molti anni ormai molti coach utilizzano l’art therapy per una immersione nell’arte dei loro clienti facendoli dipingere oppure organizza o visite in musei e gallerie d’arte. Il mio approccio è differente.

A differenza loro io non parlo dell’arte in generale

Infatti mi concentro su un’unica precisa corrente artistica, l’Art Brut, con esercizi che riescono a farci espellere la rabbia, il rancore e tutte le altre nostre negatività. E per questo sono stata chiamata a esporre e trattare questo tema all’Accademia di belle Arti Acme di Milano, dove ho tenuto una lezione all’interno del corso di Semiotica del Contemporaneo.

Fondatore del movimento Art Brut è stato il grande Maestro francese Jean Dubuffet che nel 1945 creò appunto questa corrente artistica. L’Europa e il mondo uscivano da una guerra catastrofica, con decine di milioni di morti e orrori come l’Olocausto e le bombe atomiche. La classe dirigente, con le sue regole aveva fallito e Dubuffet pensò che questo valeva anche per l’arte.

Nel suo movimento, l’Art Brut, le opere venivano realizzate rifiutando le regole delle Accademie e in generale tutti i canoni del passato. Non interessava nemmeno il parere della critica, dei galleristi e dei collezionisti. Al contrario, le opere dovevano nascere spontaneamente, per liberare senza nessun condizionamento, la propria libertà e spontaneità.

La prima mostra di Art Brut fu presentata da Dubuffet nel 1947. Ne seguirono tante altre. Nelle presentazioni, Dubuffet scriveva: “Riteniamo che queste opere, frutto di un puro e spontaneo impulso creativo, siano più preziose di quelle degli artisti professionisti. Art Brut sono tutte quelle opere sviluppate dalla libera espressività dell’individuo, svincolate dalle rigide regole della scuola d’arte o del mercato“. Sotto un frammento di “Vita e morte… giardino con melitaea”, del 1955.

Gli artisti dell’Art Brut erano anche malati di mente, carcerati, emarginati, che attraverso l’espressione artistica avevano modo di dare vita agli impulsi creativi più personali. Per dipingere erano liberi di servirsi di tutti i materiali che si sentivano di utilizzare.

Spesso i disegni e i colori erano selvaggi, le figure deformi e mostruose, perché gli autori dipingendo buttavano fuori la loro rabbia, le frustrazioni e l’angoscia. Liberandosi dalla loro negatività raggiungevano pace ed equilibrio e liberavano anche la loro creatività.

Per questo, nei miei esercizi, invito a ispirarsi all’Art Brut, dipingendo tutto quello che viene in mente, come viene e senza tenere alcun conto di quello che gli altri possono pensare. Così lo spirito respira e si libera.

Curiosità. L’Art Brut ha avuto un grande successo. Un’opera di Dubuffet, “Paris Polka” è stato venduto a 20 milioni di euro.